Mi chiamo Velca Boccaletti. Sono nata in un giorno di ottobre del 1981 in una grande città del Nord Italia.
A tre anni alla scuola materna ho impugnato un pennarello con la mano sinistra e da quel giorno non ho più smesso. Con la mano sinistra scrivo, disegno, mangio e, con grande fatica e con un metodo che prima o poi brevetterò, utilizzo le forbici.
All’università ho studiato Scienze dello
Spettacolo e della Produzione Multimediale, specializzandomi in Discipline Teatrali.
Grazie ad un corso intensivo per “esperti
nella valorizzazione dei beni culturali” mi sono avvicinata al mondo del
teatro-ragazzi e alla didattica dell'arte.
In ambito teatrale ho lavorato in scuole materne ed elementari conducendo laboratori di educazione alla teatralità. Nel 2007 ho partecipato ad un progetto di circa un anno nella Svezia del Nord dove ho insegnato teatro in scuole locali di diverso ordine e grado.
Dicono che il primo amore non si scorda mai. Il mio primo amore nell’ambito della didattica artistica è, e continua ad essere, Bruno Munari, a cui mi ispiro costantemente. La seconda personalità di riferimento è Gianni Rodari, i suoi testi letterari e soprattutto la sua “Grammatica della Fantasia”.
Ho avuto la possibilità di conoscere da vicino la zona del Cusio, dove lo scrittore è nato, e di lavorare per circa un anno ad Omegna, nel Parco Letterario a lui dedicato.
Nell'ambito della didattica museale ho collaborato con un importante museo di arte contemporanea milanese conducendo laboratori studiati ad hoc per le mostre temporanee.
Da più di 8 anni collaboro come operatrice con l’ associazione Progettoqualegioco, prima allo spazio Babau di Milano, ora nel laboratorio del Museo del Giocattolo di Cormano.
Con Progettoqualegioco ci occupiamo di ri-uso creativo dei materiali di scarto industriale e di diffusione della cultura ludica in tutte le possibili forme di espressione.
In ambito teatrale ho lavorato in scuole materne ed elementari conducendo laboratori di educazione alla teatralità. Nel 2007 ho partecipato ad un progetto di circa un anno nella Svezia del Nord dove ho insegnato teatro in scuole locali di diverso ordine e grado.
Dicono che il primo amore non si scorda mai. Il mio primo amore nell’ambito della didattica artistica è, e continua ad essere, Bruno Munari, a cui mi ispiro costantemente. La seconda personalità di riferimento è Gianni Rodari, i suoi testi letterari e soprattutto la sua “Grammatica della Fantasia”.
Ho avuto la possibilità di conoscere da vicino la zona del Cusio, dove lo scrittore è nato, e di lavorare per circa un anno ad Omegna, nel Parco Letterario a lui dedicato.
Nell'ambito della didattica museale ho collaborato con un importante museo di arte contemporanea milanese conducendo laboratori studiati ad hoc per le mostre temporanee.
Da più di 8 anni collaboro come operatrice con l’ associazione Progettoqualegioco, prima allo spazio Babau di Milano, ora nel laboratorio del Museo del Giocattolo di Cormano.
Con Progettoqualegioco ci occupiamo di ri-uso creativo dei materiali di scarto industriale e di diffusione della cultura ludica in tutte le possibili forme di espressione.
Ho anche avuto modo di lavorare per diversi anni
nel commercio equo solidale e, ultimamente, nell’ambito dell’educazione al
consumo consapevole.
Le attività suggerite nel blog sono frutto di riflessioni, incontri,
ricerche, sperimentazioni e competenze trasversali maturate nel corso degli
anni, con un’ attenzione costante all’ambiente che ci circonda, alle tematiche
legate al riciclo creativo e all’ecosostenibilità.
Il blog si rivolge ad
“addetti ai lavori”, insegnanti, educatori, mamme, papà, zii, nonni, babysitter,
adolescenti e bambini.
Sono disponibile per
la progettazione e conduzione di laboratori
creativi (artistici e teatrali) e visite guidate per privati, scuole, centri
estivi, associazioni, fondazioni, enti e musei.
Sono una mancina un po’ “maldestra”. Negli anni Ottanta l’Italia non era un Paese per mancini e io impugnavo le forbici comuni con la mano sinistra e non riuscivo a tagliare perché le lame erano al contrario per me.
In compenso si dice che i mancini abbiano successo nelle attività creative, poiché la parte destra dominante del cervello controlla i sensi, le emozioni e l’immaginazione.
In effetti sono sempre stata dotata di una fervida immaginazione e già da bambina ero attratta dal mondo dell’arte e del teatro.
Ho deciso di fare del mio punto debole, il mio essere una mancina un po’ stramba e maldestra (non solo con le forbici), un punto di forza e con il tempo di scoprire le mie capacità nascoste.
Nonostante abbia ancora oggi difficoltà tecniche nell'impugnare gli strumenti, mi piace disegnare, creare, costruire.
DI COSA PARLA ARTE MANCINA?
Arte mancina, nella sezione "laboratori creativi", suggerisce idee originali per quando fuori piove o per quando c’è il sole per genitori, nonni, zii, educatori, insegnanti, baby sitter, bambini, alunni e adulti che come me si sentono ancora bambini e non hanno smesso di sognare ad occhi aperti.
La sezione “la scatola degli attrezzi” è un contenitore di riflessioni sulla didattica artistica e offrirà ciclicamente dei percorsi che si ispireranno a mostre temporanee di arte e suggerimenti di libri d'arte per bambini.
La sezione "il mondo capovolto" raccoglie alcuni racconti autobiografici sul mio essere mancina.
Cosa piace e non piace ad arte mancina?
Ad “arte mancina"piace:
- l’originalità
- il work in progress e il processo ludico
- procedere per tentativi ed errori
- recuperare, riciclare, riusare
- il fascino discreto delle cose sghembe e sbilenche
- un uso moderato e ponderato dei social network (ne troverete solo alcuni in homepage)
Ad “arte mancina” non piace:
- seguire passo a passo i tutorial che si trovano in rete
- la parola “lavoretto”
- usare i pennarelli (troppo semplice e poco creativo)
- il modello precostituito
- la fretta
- usare le forbici (ma in qualche modo ci riesce lo stesso)
Anche io sono mancina, cara Velca! So benissimo cosa intendi quando parli delle forbici della scuola che non tagliavano!
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