venerdì 25 marzo 2016

IL MONDO CAPOVOLTO






















Sono nata nell’ottobre del 1981 in una grande città del Nord Italia. Alla scuola materna, nella mia sezione, ero l'unica mancina. Alle scuole medie stessa situazione. E così anche alle superiori.
Ricordo ancora come se fosse ieri. Liceo linguistico. Quarta superiore. Prof. di matematica e fisica. Donna ormai rassegnata, consapevole di essere  “sprecata” per insegnare la sua materia in un liceo linguistico a delle “capre” come noi, allieve senza alcuna velleità in ambito scientifico.
Con la sua vocina stridula gracchiò: "B. alla lavagna! Ti interrogo in fisica. Disegnami il campo magnetico".
Avevo il vuoto più assoluto in testa. Presi timidamente in mano il gesso con la mia mano sinistra e cominciai a disegnare.  Non ricordo cosa disegnai, sicuramente non un campo magnetico.
La  professoressa mi fermò, stizzita: " Certo che voi mancini vedete il mondo il mondo capovolto, come se foste sempre a testa in giù".
 Tacque per alcuni secondi, poi aggiunse: " Anche mio figlio e' così, come te. Vede il mondo al contrario. Voi mancini siete portati per le materie artistiche. Le altre prof. mi hanno detto che in arte e in  lettere sei così brava. Come è possibile?”.
Poi, tra le labbra, sommessamente, disse: “Poveri voi”, ma io la sentii.
Alcuni anni fa scoprii che la malcapitata è  ora diventata una stimata professoressa universitaria.
Io invece, per fortuna, ho presto capito che non avrei studiato matematica e fisica all’Università.

Come mi consigliò  lei, e non solo, mi iscrissi ad una facoltà letteraria ad indirizzo artistico. La prof. di matematica ci aveva visto giusto.





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